Terapia dell’obesità
Il cibo rappresenta un elemento fondamentale per l’equilibrio biologico e psichico dell’individuo. Una restrizione calorica abbinata ad un’alimentazione scorretta ed eccessivamente ridotta può seriamente compromettere la funzionalità del nostro organismo.
L’Obesità è uno dei più gravi disturbi del comportamento alimentare: quali sono le cause di tale patologia?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per Obesità si intende una condizione cronica di eccessivo peso corporeo a causa dell’aumento del tessuto adiposo, tale da influire negativamente sullo stato di salute dell’individuo. Anche per l’Obesità, come per gli altri disturbi del comportamento alimentare, esiste un’eziologia multifattoriale: molteplici e differenti sono, cioè, le cause che entrano in gioco, a partire da fattori biologici, genetici e metabolici che interagiscono con fattori di tipo ambientale, comportamentale e sociale, come la sedentarietà e l’eccessiva assunzione di cibo ipercalorico. Tra le varie forme occorre poi ricordare l’obesità associata ad abbuffate con discontrollo nell’assunzione del cibo, definito Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI).
Quali sono le maggiori complicanze derivanti dall’Obesità?
L’Obesità coinvolge l’intero organismo, esponendo ad alterazioni che interessano soprattutto il metabolismo (iperlipidemia, aterosclerosi e diabete), l’apparato cardiovascolare (aumento della pressione arteriosa e sovraccarico della funzione cardiaca), l’apparato respiratorio e l’apparato osteoarticolare, fino alle più gravi complicanze, come l’ictus celebrale o l’infarto miocardico. L’obesità si associa spesso anche a disturbi del tono dell’umore (ansia e depressione) che complicano l’approccio terapeutico ed i rapporti di causa ed effetto. Non va poi sottovalutato l’aspetto psicologico che accompagna questa patologia: basti pensare allo stigma sociale al quale è sottoposto oggigiorno l’obeso, etichettato come una persona priva di forza di volontà che non sa autoregolarsi. In realtà è frequente che l’eccessiva assunzione di cibo si associ alla disregolazione del sistema fame-sazietà, con conseguenti disturbi del tono dell’umore, sintomo del disagio psicologico che affligge l’obeso. Si crea così un circolo vizioso che costituisce un ulteriore ostacolo al trattamento.
Quali sono le soluzioni che la Casa di Cura offre al paziente affetto da tale disturbo e quando si rende necessario ricorrere ad un intervento chirurgico?
Attualmente non esiste un farmaco, nè tantomeno una dieta che possa risolvere l’Obesità: da soli questi elementi possono addirittura essere controproducenti; è noto infatti che ripetute significative oscillazioni del peso espongono a rilevanti complicanze metaboliche. Occorre perciò guardare alla persona nella sua interezza, mirando ai fattori principali che mantengono quella situazione cronica di sovrappeso, senza trascurare gli aspetti psicologici di resistenza al cambiamento e senza eccessive e irrealistiche aspettative. La Casa di Cura San Rossore offre al paziente obeso un trattamento a tutto tondo da parte di un team di specialisti di altissima competenza ed esperienza, per un progetto terapeutico che include tanto gli aspetti clinici e biologici quanto i fattori nutrizionali e psicologici, relativi all’organizzazione del tempo libero e dell’attività fisica. Nel caso, poi, di fallimento dell’approccio medico integrato e soprattutto quando si presentano gravi obesità con rilevanti complicanze diventa necessaria la preparazione e l’effettuazione di un intervento chirurgico, il cui risultato è garantito dalla professionalità dei nostri Medici e dalla strumentazione altamente tecnologica che caratterizza la Casa di Cura San Rossore.
Come definerebbe i “disturbi del comportamento alimentare”?
Si indicano patologie complesse in cui l’assunzione di cibo è drasticamente alterata, con dieta ferrea (Anoressia Nervosa), alternanza di dieta e abbuffate (Bulimia Nervosa) e altre forme atipiche o parziali che non corrispondono pienamente ai criteri tipici di AN e BN, pur esprimendo stessi disagi e spesso analoga gravità clinica; in tutte le forme, oltre alle alterazioni dell’alimentazione, possono essere presenti condotte di compenso per ridurre l’assorbimento degli alimenti (es. vomito) o favorirne l’eliminazione (es. abuso di lassativi, iperattività fisica). Per Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) si indicano patologie complesse in cui l’assunzione di cibo è drasticamente alterata, con dieta ferrea (Anoressia Nervosa), alternanza di dieta e abbuffate (Bulimia Nervosa) e altre forme atipiche o parziali che non corrispondono pienamente ai criteri tipici di AN e BN, pur esprimendo stessi disagi e spesso analoga gravità clinica; in tutte le forme, oltre alle alterazioni dell’alimentazione, possono essere presenti condotte di compenso per ridurre l’assorbimento degli alimenti (es. vomito) o favorirne l’eliminazione (es. abuso di lassativi, iperattività fisica). I disturbi del comportamento alimentare si manifestano in genere in età giovanile, con netta prevalenza nel sesso femminile e comportano una progressiva e significativa compromissione del benessere psico-fisico e delle relazioni sociali dell’individuo. Nelle diverse forme il nucleo psicopatologico comune è un insieme di percezioni e convinzioni distorte riguardo all’alimentazione e al peso corporeo, associate ad un profondo disagio per il proprio aspetto fisico, a cui la persona, inizialmente, cerca di far fronte con la dieta. La paura di ingrassare e la percezione spesso distorta della propria immagine corporea sono in genere espressione di tensioni irrisolte e difficoltà psicologiche, talora associate a patologie psichiatriche (disturbi affettivi o di personalità).
Quali sono le cause prevalenti che possono scatenare un disturbo alimentare?
Si può parlare di un vero e proprio mosaico di fattori, Si può parlare di un vero e proprio mosaico di fattori con stretta interconnessione tra fattori biologici e psicologici, che interessano la storia di un individuo nella sua interezza. Tra i fattori predisponenti ci sono aspetti genetici, biologici (es. sovrappeso, adolescenza), familiari (es. conflitti affettivi), vitali (es. traumi, lutti) e psicologici (insoddisfazione per il corpo, perfezionismo, bassa autostima, difficoltà a riconoscere e regolare le emozioni, difficoltà nel controllo degli impulsi e nelle relazioni interpersonali). Di particolare rilievo sono poi i fattori socio-culturali (l’ideale di magrezza, il culto per l’immagine, la pressione per prestazioni e risultati elevati scatenanti e di mantenimento) che in genere sostengono il principale fattore precipitante: la messa in atto di una dieta incongrua, che, specie nell’adolescente, finisce per rappresentare una risposta al senso di inadeguatezza, al bisogno di sentirsi forti e di tenere sotto controllo la realtà. Una volta insorto, il disturbo tende ad aggravarsi per le sue conseguenze fisiche e psicologiche e per il mantenersi nel tempo degli stessi elementi che l’hanno determinato.
Qual è il metodo migliore per affrontare il problema?
Curare i disturbi del comportamento alimentare costituisce una notevole sfida per il Medico, data l’ambiguità verso la richiesta di aiuto da parte del paziente, che non riconosce di essere malato perchè lo stesso disturbo alimentare rappresenta una risposta al suo disagio. Occorre quindi innanzitutto che si instauri un reale rapporto di fiducia tra paziente e curanti, reso possibile solo grazie ad un concreto lavoro di squadra, dove i diversi specialisti collaborino per un’adeguata riabilitazione nutrizionale e psicoterapeutica. È ciò che avviene all’interno del centro specialistico presente nella Casa di Cura San Rossore, dove si realizza una reale integrazione tra le varie discipline, con particolare attenzione per le branche psichiatriche, psicoterapeutiche, dietistiche, nutrizionali e mediche, internistiche ed endocrinologiche.